Blockchain: profili normativi

Intervista a Fulvio Sarzana sul quadro normativo in esame tra gli esperti presso il Mise

Una serie di riunioni per esaminare quel mondo racchiuso nel nome di Blockchain, come richiesto ai suoi esperti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Fulvio Sarzana, Avvocato ed esperto di Diritto dell’Informatica e delle Telecomunicazioni, fa una panoramica riassuntiva.

Quali i primi esiti del vostro ritrovarvi presso il Mise su un tema come Blockchain?

Abbiamo fatto un piano di massima e ci siamo divisi in cinque sottogruppi: casi d’uso – infrastrutture, mappatura e condizioni di replicabilità; il quadro normativo – sandboxes e vulnerabilità, che è quello di cui faccio parte; monete digitali, sistema di pagamenti e fintech; educazione, competenze e consapevolezza; potenziamento dei servizi della Pubblica Amministrazione. Ciò con la finalità di approcciare gli aspetti tecnici riguardanti tematiche fondamentali dell’Industria 4.0, di cui Blockchain fa parte esattamente come IoT e 5G.

Ci può dire qualcosa in più sugli smart contract?

Anche qui ci muoviamo prima degli altri Paesi. Con gli smart contract si parla di contratti eseguiti in automatico da un programma informatico, con valore giuridico pari a quelli tradizionali scritti e firmati. Così posso avere la restituzione totale o parziale della cifra pagata per il volo se l’aereo non parte o decolla in ritardo, senza l’ausilio dell’intermediazione. Ovviamente quello del viaggio è solo un esempio, perché se ne possono fare di innumerevoli in altri ambiti.

E per quanto riguarda gli strumenti finanziari legati alla Blockchain?

Lì ci muoviamo guardando altre piazze finanziarie, Svizzera in testa, ma c’è anche Malta e la Francia, che non ha ancora un quadro composito. L’obiettivo del Mise è arrivare a piani industriali legati al finanziamento delle tecnologie, e poiché l’Italia è un Paese a legalità formale, era necessaria una legge per far passare il principio della Blockchain: oggi questa legge c’è, dunque si riparte da essa.

WeeJay