I reati informatici e l’avvocato cassazionista
Entra in vigore il 10 ottobre la nuova Legge sull’AI, che introduce specifici reati per contrastare la diffusione e detenzione di deepfake illeciti.
L’avvocato cassazionista Fulvio Sarzana chiarisce che già prima della Legge sull’IA il codice penale italiano puniva la pedopornografia virtuale attraverso gli articoli 600 ter, 600 quater e 600 quater 1. Quest’ultimo specifica che le disposizioni si applicano anche al materiale pornografico che rappresenta immagini virtuali di minori, sebbene con pena diminuita di un terzo.
La nuova Legge sull’AI introduce l’articolo 612 quater che punisce specificamente la diffusione illecita di contenuti generati o manipolati artificialmente.
L’articolo 612-quater c.p. punisce chiunque diffonda immagini, video o voci alterati o falsificati mediante IA, senza il consenso della persona rappresentata e in grado di trarre in inganno sulla genuinità del contenuto.
La pena prevista è la reclusione da uno a cinque anni.
Il reato è procedibile a querela della persona offesa, salvo che i fatti non riguardino minori, persone incapaci o pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, casi nei quali la procedibilità è d’ufficio.
Tuttavia, alcuni giuristi criticano il fatto che si configuri come reato di danno piuttosto che di pericolo, rendendo necessario provare l’esistenza di un danno effettivo e complicando i processi di incriminazione.
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