Corte Costituzionale e Regolamento AGCOM

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Il 3 dicembre la Corte Costituzionale ha depositato la sentenza n 247 del 2015, che ha affrontato l’arcinoto tema del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica, e dei possibili conflitti tra i poteri regolamentari che l’Agcom si è attribuita con proprio Regolamento, rispetto alle   norme primarie che le consentirebbero tali attività. La Corte ha emesso una sentenza estremamente articolata, con alcuni punti fermi.

Innanzitutto la Consulta non ha respinto alcun ricorso, dal momento che di fronte alla Corte Costituzionale si decide della costituzionalità o meno di norme di legge rimesse all’attenzione della Corte da un Giudice, in questo caso il TAR del Lazio, e non dei ricorsi di una parte privata, come se ci si trovasse di fronte ad un normale Tribunale.

Si tratta evidentemente di una improprietà linguistica in cui è incorso il VicePresidente dell’Associazione Confindustria Cultura, ovvero una delle Associazioni che era presente di fronte alla Corte Costituzionale, Enzo Mazza.

La Corte non ha rigettato o accolto la questione di costituzionalità, bensì ha dichiarato la rimessione operata dal TAR inammissibile per ragioni formali, ovvero perché la stessa Ordinanza del TAR non era chiara nel richiedere alla Corte una presa di posizione precisa sulla costituzionalità delle norme.

La questione di costituzionalità dunque non è stata decisa, ovvero la Corte non è entrata nel merito di ciò che le ha rimesso il TAR, con la conseguenza peraltro di poter risollevare in qualsiasi momento la questione di fronte ad un qualsiasi Giudice.

Perché però questa pronuncia è fondamentale per il successivo cammino del Regolamento che l’Agcom, a questo punto in piena autonomia ha varato, e senza la copertura normativa delle norme di riferimento, almeno stando a quanto ricostruito dalla Corte?

Perché la Consulta ha messo nero su bianco in modo lineare che le norme invocate dal TAR per giustificare i possibili poteri regolamentari dell’Agcom in materia di diritto d’autore, non attribuiscono ad Agcom il potere di emettere un Regolamento sul diritto d’autore.

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