Blockchain, bitcoin, intelligenza artificiale

Le prospettive emerse dal nuovo convegno del ciclo di incontri Intelligence Collettiva, promosso dal sottosegretario di Stato alla Difesa Angelo Tofalo (M5S)

Tra le opportunità offerte dalla tecnologia Blockchain non c’è solo lo sviluppo di criptovalute. La catena di blocchi, la cui applicazione più nota è quella del Bitcoin, è in realtà uno strumento versatile che potrebbe essere utilizzato anche in ambito intelligence o per arginare uno dei fenomeni più pericolosi con i quali ci si confronta oggi in Rete, quello delle fake news.

IL CONVEGNO ALLA CAMERA

Queste prospettive sono state analizzate stamane nell’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, dove si è tenuto un nuovo convegno nell’ambito del ciclo di incontri Intelligence Collettiva, promosso con l’obiettivo di “diffondere la cultura della sicurezza tra tutti i cittadini” e di “puntare a costruire una società resiliente e dal carattere innovativo” dal sottosegretario di Stato alla Difesa Angelo Tofalo (M5S), già componente, durante la passata legislatura, del Copasir, il comitato parlamentare di vigilanza sui servizi segreti.

CHE COS’È E COSA CONSENTE DI FARE

Quando si parla di questa tecnologia ci si riferisce, secondo le definizioni più diffuse, a un database strutturato in blocchi (Block) o nodi di rete che sono tra loro collegati (Chain) in modo che ogni transazione avviata sulla rete debba essere validata dalla rete stessa. In sintesi la Blockchain è rappresentata da una catena di blocchi che contengono e gestiscono più transazioni.

Con Blockchain vengono scambiati dati in modo crittografato, quindi non viaggiano mai dati in chiaro ma i dati vengono memorizzati all’interno del database. Quello che si ha su Blockchain è un’impronta crittografica di relazione con le informazioni memorizzate all’interno del database, piuttosto che vengono crittografati per essere poi decriptati solo a fronte di determinati livelli di permesso. Quindi, da un determinato punto di vista, questa concezione rende il sistema più affidabile – perché i dati non viaggiano mai in chiaro -, dall’altro il concetto di avere questa informazione ridondante su una serie di nodi che costituiscono i registri distribuiti del network Blockchain assicura l’impossibilità di avere un punto di fallimento unico del sistema come avviene nei sistemi centralizzati. Perché anche attaccando un nodo e andando ad hackerare un nodo di fatto queste informazioni sono replicate sugli altri nodi.

Come detto, gli utilizzi pratici di tutto ciò sono praticamente infiniti: non solo banche e finanza, ma anche sanità, supply chain e persino cyber security e salvaguardia dei processi democratici.

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