Privacy e rapporti di lavoro

 

L’Avvocato Fulvio Sarzana, dello studio legale di Roma, Sarzana e Associati, parla dello smart working e delle problematiche di controllo del lavoratore.

Privacy e rapporti di lavoro

Nel contesto dello smart working restano dubbi  sulla violazione dei diritti del lavoratore, come spiega l’avvocato Fulvio Sarzana, esperto di diritto digitale: “

Il controllo sistematico degli accessi e delle immagini del lavoratore, oltretutto a sua insaputa, è vietato dalle norme.

Da noi non potrebbe essere possibile; viola l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori relativo agli impianti audiovisivi e strumenti di controllo. Mentre negli Stati Uniti tutto è possibile in assenza dello Statuto dei lavoratori, in Italia bisogna verificare le norme sullo smart working che sono state emanate in occasione del coronavirus, quali sono le modalità che sono state adottate. Ma dubito fortemente che elementi anche di carattere transitorio possano violare le garanzie previste dallo Statuto”.
 Il tema di fondo è che Sneek introduce una modalità insidiosa, poiché sarebbe un “controllo sull’attività”, ribadisce Sarzana. “Diverso lo scenario nel caso di una videoconferenza dove si opera con una modalità di consenso. Ben altra questione se una delle parti adotta meccanismi di controllo”. 

 

L’Avvocato Fulvio Sarzana, dello studio legale di Roma, Sarzana e Associati, parla dello smart working e delle problematiche di controllo del lavoratore.

Privacy e rapporti di lavoro

Le criticità riguardano anche il Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr). “Un servizio di questo tipo dovrebbe prevedere l’informazione adeguata dei lavoratori nella circostanza che ci sia una modalità a sorpresa per la cattura delle immagini. Poi dovrebbe esserci la possibilità di negare anche il consenso al trattamento (smart working, NdR.) poiché non è necessario ai fini dell’attività lavorativa. In ogni caso, al di là del rapporto lavorativo, siamo nel territorio della violazione dei diritti dei singoli previsti dal Gdpr”.
 In sintesi, Sneek difficilmente potrebbe essere imposto dalle aziende ai lavoratori italiani, ma per la sfera privata non vi sono controindicazioni; a patto che non venga fornito dal datore di lavoro – dato che è a pagamento – oppure vi sia il suo consenso per l’impiego delle immagini. “Tu potresti ad esempio voler denunciare un tuo collega per qualcosa che hai visto, oppure impiegare le immagini per altro. Ancor di più se alle sessioni dovessero partecipare altre persone estranee all’attività lavorativa. Nel lavoro insomma non vedo praticabile l’impiego di questo servizio”, conclude Sarzana.

 

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